Oncle Archibald (G. Brassens)

Zio Arcibaldo

O voi profeti dilettanti,
Voi ciarlatani e cavadenti,
Voi birbanti,
Su zio Arcibaldo non contate
Per pagar le vostre abbuffate,
Alle feste, alle feste…

Correndo dietro a uno che
La sua ora gli avea scippato,
Stranamente,
Zio Arcibaldo, mondo dannato,
Si trovò in faccia alla Morte
In un niente, in un niente…

Come una donna di mestiere,
Batteva il marciapiede del
Cimitero.
Adescava gli uomini mostrando
Le sue nudità indecenti,
Per intero, per intero…

Lo zio Arcibaldo inorridito
Le disse, puntandole il dito,
“Maledetta!
Delle ossa tue non so che fare,
La sola donna ch’io possa amare
È rotondetta, rotondetta”…

La Morte allor s’inalberò,
Sul nero cavallo montò,
E, col falcione,
Stroncò il povero Arcibaldo,
Fulmineamente e senza alcuna
Compassione, compassione…

Dato che lui era scontento,
Lei gli disse: “Per molto tempo
Io ti ho amato;
Le nostre nozze, bello mio,
Eran decise fin da quando
Tu sei nato, tu sei nato…

Se a me tu ti abbandonerai,
Liberato ti sentirai
Dagli assilli:
Più non sarai alla portata
Dei cani, dei lupi e
Degl’imbecilli, imbecilli…

Qui nessuno può limitare
I tuoi diritti: puoi dileggiare
I comunisti.
Se poi hai voglia di cambiare,
Ad alta voce, puoi schernire
I fascisti, i fascisti.

Tutto ormai sarà cambiato,
Tu non sarai più comandato
Da padroni.
D’ora in poi non piegherai
Più la testa davanti ai
Capoccioni, capoccioni”.

Lo zio Arcibaldo prese allora
Sotto braccio la sua signora,
Non scontento…
Ed eccoli partire insieme,
Partir per la luna di miele
Senza tempo, senza tempo.

O voi profeti dilettanti,
Voi ciarlatani e cavadenti,
Voi birbanti,
Su zio Arcibaldo non contate
Per pagar le vostre abbuffate,
Alle feste, alle feste…

Giuseppe Setaro ©2001


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