Saturne (G. Brassens)
Saturno
È pensoso, ed è taciturno,
Governa le leggi del tempo,
Porta come nome “Saturno”,
E avanza implacabile e lento,
Porta come nome “Saturno”,
E avanza implacabile e lento.
Seguendo il suo cammino noioso,
Per distrarsi almeno un po’,
Si diverte ad avvizzir le rose,
Il tempo ammazza il tempo come può.
Si diverte ad avvizzir le rose,
E ammazza il tempo come può.
Nel gioco perfido del dio Saturno
Oggi è arrivato il nostro turno:
Nei tuoi capelli ha sparso il sale,
Convinto di farci del male.
Nei tuoi capelli ha sparso il sale,
Convinto di farci del male.
Ma son belli i fiori d’autunno,
Tutti i poeti li han cantati,
Non son certo i fiori di giugno,
Ma son da me anche più amati.
Non son certo i fiori di giugno,
Ma son da me anche più amati.
Vieni, sposa della mia vita,
Scendiamo insieme in giardino
A sfogliare la margherita
Dell’estate di San Martino.
A sfogliare la margherita
Dell’estate di San Martino.
Conosco le tue grazie a memoria,
Non basteranno mille anni di storia
Perch’io le possa dimenticare,
Lasciam perciò la clessidra girare.
E la mocciosa di rimpetto
Può andare a coprirsi il petto.
Giuseppe Setaro ©2001