La marche nuptiale (G. Brassens)
Marcia nuziale
Matrimoni per amore, matrimoni per convenienza:
ne ho visto sposarsi in tanti, ricchi o nell’indigenza.
Gente di bassa lega o anche del gran mondo;
vissuta in alto loco, uscita da un bassofondo…
Anche se andassi oltre i confini della storia,
conserverei per sempre ben chiara la memoria
delle nozze modeste dei miei genitori,
andati in municipio per riscattar l’onore.
Fu su un carro da buoi tirato dagli amici,
e non in limousine che, commossi e felici,
i vecchi innamorati andarono a suggellare
i tanti anni trascorsi ad amarsi e a litigare.
Strano corteo nuziale senza alcuna etichetta,
la gente ci guardava stupefatta e interdetta,
Ci covava con gli occhi con aria quasi ostile,
non avendo mai visto un matrimonio in quello stile.
Ed ecco soffia il vento e fa volare il berretto
che mio padre nelle due mani si teneva ben stretto…
Poi il cielo gonfio di pioggia si mette a tuonare,
come per sentenziare: “’Ste nozze non s’han da fare”.
Non scorderò mai la sposa che si disperava,
mentre il bouquet di fiori sul petto suo cullava;
Io soffiavo nella mia armonica fino a sentirmi male,
e sembrava udir suonare il grande organo in cattedrale.
Alzando i pugni al cielo, paggetti ed invitati
gridavano: “Per Giove!”, sconvolti ed infuriati,
“Le nozze si faranno, crepino gli invidiosi!
Le nozze si faranno: viva, viva gli sposi!”
Giuseppe Setaro ©2002